Mentre tutti gli occhi sono giustamente puntati su Beirut (e vi aggiornerò presto anche su questo), l’attenzione va su tutto il Medio Oriente dove, con una forza notevole, la seconda ondata di Covid-19 ha colpito tutta la regione ed anche Israele, che si pone all’ottavo posto per contagi con 73.231 infetti e 541 morti da febbraio, e con il governo che sta gestendo l’emergenza anche se non in un clima di estrema serenità. Questo perché il duo Netaniahu-Gantz si trova diviso su tutto, dalle manifestazioni massicce vietate per uno e democratiche per l’altro, fino alla gestione della pandemia e del distanziamento sociale. Quello che però preoccupa molto, sono le azioni militari che si intensificano dopo un periodo di apparente calma e che vedono Israele impegnato su tutti i fronti: Libano, Gaza e Siria.
Negli scorsi giorni Israele ha allo stesso tempo sferrato e ricevuto attacchi su più fronti: dalle alture del Golan fino alla striscia di Gaza si sono succeduti attacchi e lanci di razzi.
Domenica notte l’esercito israeliano ha sventato il tentativo di una squadra di 4 miliziani di porre ordigni esplosivi sul confine del Golan, tra Siria e Israele. L’esercito israeliano ha reagito sia attraverso i soldati che normalmente stazionano in quell’area, sia convocando l’aviazione.
L’area del Golan (territorio siriano occupato da Israele nel 1967 e annesso nel 1981 con un atto non riconosciuto dall’Onu), è un’area che da sempre fa convergere questioni irrisolte: un difficile rapporto di Israele con gli hezbollah libanesi, il conflitto siriano degli ultimi nove anni, e anche una miriade di piccole milizie che agiscono in quella zona di confine. Il tutto in pieno momento Covid.
La tensione in particolare è cresciuta da quando nelle ultime settimane un combattente del gruppo libanese sciita Hezbollah, appoggiato dall’Iran, è stato ucciso in un attacco israeliano ai margini di Damasco. Da allora il fronte settentrionale è stato potenziato, appunto, ai confini con Siria e Libano, e il traffico civile è stato chiuso in molte zone di confine.
I vari attacchi si sono anche riversati tramite diversi tweet, in cui la Difesa Israeliana ha fatto sapere nell’ordine di aver attivato l’aviazione, e anche di aver risposto al lancio di un razzo sparato da Gaza. È per questo infatti che caccia e aerei da combattimento, hanno colpito obiettivi di Hamas, nella Striscia.
Il momento è decisamente caldo, e occorre massima attenzione su un’area molto pericolosa, e sempre più instabile, anche politicamente, del Medio Oriente.