Da Zliten in Libia alle coste europee: ecco il tragitto ripercorso dall’inchiesta di Nello Scavo su Avvenire in merito al soccorso di uno dei quattro gommoni nei giorni di Pasqua.
Quell’unico gommone che, secondo le testimonianze dei sopravvissuti, sarebbe arrivato incolume e con il motore ancora funzionante a Pozzallo, dopo più di tre giorni di navigazione, con ben 101 migranti a bordo, sotto gli occhi increduli del Sindaco Ammatuna. Sì, proprio increduli perché è quasi improbabile che un motore così piccolo come quello trovato a bordo possa reggere i 500 km di distanza con quel numero di persone a bordo. Ebbene, dalle immagini girate dai telefonini dei migranti accade qualcosa di incredibile: giunti davanti alle coste di Malta, invece di essere soccorsi, sono stati sì avvicinati da una nave militare maltese, ma poi sono stati allontanati con il comando di dirigersi al nord, verso l’Italia. C’è di peggio: quando il motore a bordo del gommone rifiutava di accendersi, evidentemente danneggiato, pare che gli agenti maltesi abbiano fornito il natante di un nuovo fuoribordo, giunto con precisione in Sicilia, oltre a dissetare i 101 disperati con bottigliette d’acqua. Alcuni di loro si erano gettati in mare sperando di essere tratti in salvo, come la legge prevede. Invece sarebbero stati fatti salire di nuovo sul gommone, direzione Italia.
Se tutto questo fosse confermato, sarebbe gravissimo. Vorrebbe dire, come denuncia l’inchiesta, che La Valletta dirotta migranti verso il nostro Paese, calpestando le basi del diritto internazionale e nel totale silenzio generale.
Di fronte a questa possibilità, sto predisponendo un’interrogazione al Ministro Luigi Di Maio ma anche alla Ministra De Micheli. È l’ora di fare luce su una questione che non può e deve essere ignorata.