Mi ha molto colpita la storia del ragazzo 28enne del Benin, che si sarebbe lanciato da un alto muro all’interno del Cpr di Macomer in Sardegna, da poco inaugurato e gestito dalla Ors italia. Non è il primo caso di violenze autoinflitte, o tentato suicidio, in strutture come quella. A gennaio addirittura, un ospite del Cpr di Gradisca è morto in seguito a ferite riportate da una colluttazione, mentre nel caso in questione sembra che il gesto sia stato compiuto dopo l’ennesimo rinnovo di trattenimento per mancanza di accordo con il paese d’origine.
Insieme al collega Alberto Manca e con il sostegno del nostro consigliere comunale Maurizio Cossu, ho presentato al Ministro dell’Interno un’ interrogazione in merito. Ho anche inviato la stessa richiesta di informazioni anche alla Prefetta di Nuoro Anna Bruzzese, dalla quale siamo in attesa di risposta.
I centri per il rimpatrio sono paragonabili a luoghi di detenzione, dove di certo le libertà sono limitate, in attesa di rimpatrio. Ma questo non significa che i diritti fondamentali debbano essere disattesi. Ecco perché per me è fondamentale mantenere alta l’attenzione su questi luoghi, a maggior ragione oggi, in piena crisi Covid. Farò visita al centro quanto prima possibile e non mancherò a presentare ogni proposta utile a migliorare concretamente il sistema, garantendo sicurezza e diritti.
Non vorrei leggere altre notizie terribili da quei centri, che devono essere gestiti e supervisionato nel massimo rispetto della legge, e dei diritti.