Quello che è accaduto ieri a Strasburgo ha dell’incredibile e dispiace, come spesso succede, che tutto viene semplificato in parole strumentalizzanti, che poco c’entrano con il vero contenuto.
È stata votata una risoluzione su ricerca e salvataggio nel Mediterraneo, un accordo non vincolante, un testo politico, che però doveva lanciare un messaggio chiaro alle istituzioni europee e nazionali. I nostri europarlamentari, in particolare la nostra Laura Ferrara, hanno lavorato a tre emendamenti migliorativi del testo, cruciali nel far sì che finalmente si potesse fare dei concreti passi in avanti su un testo altrimenti vago e polarizzato, in particolare:
-un meccanismo automatico di ricollocamento dei migranti, che nel testo mancava;
-maggior aiuto finanziario ai paesi frontalieri, che da sempre hanno gli oneri più grandi;
-vie legali di accesso per consentire una vera lotta ai trafficanti, e che i porti restino aperti anche alle ONG, nel pieno rispetto delle norme internazionali e del diritto del mare.
L’intesa c’era per fare finalmente questo passo in avanti, i Verdi e Socialisti erano cofirmatari degli emendamenti e d’accordo nel votarli.
Durante le votazioni però le nostre richieste non sono state di fatto sostenute, anzi, il voto favorevole di un emendamento dei liberali ha di fatto fatto cadere le nostre proposte. Per questo alla fine si è deciso per l’astensione che ha di fatto bocciato la risoluzione.
La questione non si può semplificare in “porti aperti – porti chiusi”, ma merita di essere approfondita e trattata con la serietà che merita un argomento così complesso. Troppo semplice ridurre e banalizzare una risoluzione di ben 10 pagine con un’etichetta “anti-Carola”, con voto “pro Salvini”.
E dal braccio di ferro, come spesso accade, ne sono usciti tutti sconfitti: la risoluzione non è stata approvata ed il Parlamento europeo a perso un’importante occasione per lanciare un messaggio forte e finalmente non polarizzato.